Bulova Lunar Pilot
Bulova fa parte di un club con pochissimi iscritti: quello delle Case orologiaie i cui prodotti sono andati nello spazio. Meglio ancora, è quella che si può fregiare del record di presenza sulla Luna: ai tempi della corsa allo spazio produsse gli orologi di bordo delle capsule della NASA, così come i segnatempo al polso degli astronauti. In totale la Casa di New York ha contribuito a ben 46 missioni spaziali. Focalizzandoci sugli orologi da polso, tutto iniziò con il modello “Astronaut” (un nome un programma!) del 1961, dotato del rivoluzionario e super preciso movimento a diapason “Accutron”, che accompagnò in volo sia i piloti degli aerei ad altissime prestazioni A-12 e X-15 sia gli astronauti delle missioni Mercury e Gemini. Successivamente alla NASA venne percepita la necessità di fornire agli equipaggi un cronografo che potesse fare da backup alla strumentazione di bordo in caso di avaria (l’Astronaut non era provvisto di questa funzione) e fu così che gli astronauti ricevettero in dotazione un celebre crono meccanico svizzero, a cui pochi anni dopo si affiancò il Bulova “Lunar Pilot”. Quest’ultimo ebbe il suo momento di massima gloria il 2 agosto 1971, quando il comandante della missione Apollo 15 lo indossò durante l’escursione sulla superficie della Luna. Il Bulova è visibile in varie foto, tra cui quella di rito scattata davanti al LEM con in primo piano la bandiera a stelle e strisce.
Veniamo ai giorni nostri: nel 2016, in occasione del 45° anniversario della storica missione, Bulova lancia sul mercato la riedizione per il pubblico del Lunar Pilot, fedele ricostruzione dell’originale sia pure aggiornata con un movimento allo stato dell’arte che omaggia i fasti passati degli Accutron… andiamo a scoprirlo.
Una cassa con finiture al top
Ciò che colpisce già a prima vista sono le finiture estremamente curate, che trasmettono all’osservatore una sensazione al contempo di solidità e di precisione, esternando di fatto le due caratteristiche fondamentali di questo segnatempo. La cassa, in acciaio satinato, ha un diametro di 45 mm, con una distanza tra le estremità delle anse di 52 mm ed uno spessore di 13,5 mm. Nonostante le dimensioni non proprio ridottissime, determinate dalla sua natura di strumento di bordo in cui la funzionalità viene al primo posto, questo orologio presenta una buona vestibilità grazie al profilo arrotondato della cassa che gli permette di scivolare comodamente sotto all’eventuale polsino di un giubbotto, ed ai perni delle anse posizionati arretrati quel tanto che basta ad adattarlo alla maggior parte dei polsi. La corona è molto ben rifinita ed è decorata con il celebre logo “Diapason” di Bulova. I tasti di start/stop e reset del cronometro hanno una particolarissima forma rettangolare che è al contempo funzionale ed elegante. Le forme di cassa e pulsanti sono arrotondate e restituiscono una sensazione molto gradevole al tatto. Sul fondello di tipo avvitato troviamo una piccola ma solenne incisione che ricorda la missione in cui il LP vide la bianca superficie della Luna, con tanto di data e coordinate geografiche. Il cristallo che copre il quadrante, piatto e leggermente sporgente dalla lunetta, è in zaffiro, materiale notoriamente ottimo per limpidezza e resistenza ai graffi. La WR è di 5 Bar (o 50 metri che dir si voglia), sufficienti per la maggior parte delle necessità di tutti i giorni e anche per un giro in piscina tranquillo (no immersioni).
Quadrante profondo e hi-visibility
Il quadrante, di colore nero antiriflesso, ha dettagli estremamente curati: gli indici sono tutti in rilievo, fosforescenti e dotati di un bordino cromato, i subquadranti sono in bassorilievo ed impreziositi da decorazioni a cerchi concentrici. L’indice delle ore 12 è più grande in modo da essere immediatamente riconoscibile. Le lancette di ore, minuti e secondi sono tutte fosforescenti di colore azzurro; la visibilità al buio è di buon livello. Il settore più esterno, su cui sono riportati i riferimenti del tachimetro, è rialzato in modo da accentuare la tridimensionalità del quadrante e decorato da linee concentriche. Nel complesso il quadrante ha una grafica per nulla affollata, molto ben ordinata e razionale, di immediata lettura e straordinariamente ben leggibile in tutte le condizioni di luce e da tutte le angolazioni, come da regola in uno strumento aerospaziale. In alto troviamo il nome Bulova, mentre in basso all’interno del subquadrante dei piccoli secondi campeggia fieramente la scritta “262 kHz” che indica la frequenza di funzionamento del movimento.
Movimento allo stato dell’arte
E qui veniamo alla tecnologia che anima il Bulova lunare: in onore alla tradizione superprecisa dei gloriosi movimenti “Accutron” del passato, nella cassa troviamo il pregiato movimento Precisionist, frutto della ricerca avanzata del gruppo Citizen (di cui la Maison di New York fa parte) nel campo dei quarzi ad alte prestazioni e di fatto degno erede dei diapason. Con una incredibile frequenza di funzionamento di 262144 Hertz, oltre otto volte quella di un quarzo normale, il Precisionist arriva ad uno scarto mensile inferiore al secondo: di fatto è il segnatempo più preciso in commercio se si escludono gli orologi atomici dei laboratori scientifici! La frequenza altissima, ottenuta tra le altre cose anche con un design innovativo del cristallo di quarzo, comporta non solo una precisione sbalorditiva ma anche un movimento molto fluido delle lancette dei secondi: quella del cronometro si sposta con scatti brevissimi quasi non percettibili, mentre quella dei piccoli secondi si muove a scatti di mezzo secondo. A corredo del cronometro sono presenti anche il subquadrante di destra, che indica la frazione di secondo a scatti di 1/20, e quello di sinistra, che ospita il contaminuti. A ore 4:30 troviamo anche l’indicazione della data, non presente nella versione del 1971 ma inserita in modo discreto tra un indice e l’altro.
Doppio set di cinturini
Nel bellissimo cofanetto che racchiude come uno scrigno l’orologio (appoggiato su un cuscinetto in pelle) troviamo anche un set di due cinturini e relativo strumento sfilaperni per poterli montare e smontare (operazione delicata che in ogni caso è consigliabile lasciare all’orologiaio di fiducia onde evitare graffi sulle anse). Il cinturino che troviamo già montato sul LP è in pelle nera con un particolarissimo motivo decorativo che ricorda la trama di un tessuto in carbonio; quello alternativo è un tipo NATO in nylon nero simile a quello realmente utilizzato nel corso delle missioni spaziali, sul quale è cucita una etichetta che reca la data della escursione lunare e la frequenza del movimento. Entrambi i cinturini sono di buona qualità e la scelta ricade principalmente sui gusti personali: il NATO per la fedeltà storica ed il confort, quello di pelle per l’eleganza.
Se si desidera optare per un cinturino custom, la scelta ottimale ricade sulla pelle marrone o nera con cuciture a contrasto bianche o su un tipo militare (NATO o Zulu) marrone o verde.
In conclusione: il “Lunar Pilot” è un cronografo a tema aerospaziale dalla forte personalità, molto ben costruito e rifinito, dotato di un movimento allo stato dell’arte e nobilitato da un background storico affascinante quanto irripetibile (finora solo due orologi da polso sono stati sulla superficie della Luna, tutti gli altri possono solo sospirare). Il suo design è piuttosto originale ma al contempo sobrio ed elegante; la distanza molto ben calcolata tra le anse e le forme morbide lo rendono comodo nonostante le dimensioni certo non ridottissime determinate dalla sua natura di “tool watch”, e dà il massimo di sé abbinato a degli abiti sportivi (perché no un bel giubbotto da aviatore). Si tratta di un oggetto letteralmente uscito dagli anni epici della corsa alla Luna ma aggiornato in modo non invadente alla tecnologia del presente, in grado di entusiasmare gli appassionati e non solo.